L’arte di Antonio Ligabue prorogata fino al 31 marzo 2019

Superati i ventunomila visitatori. L’arte di Antonio Ligabue conquista padovani e turisti e viene prorogata fino al 31 marzo 2019. L’Assessore Andrea Colasio: «Un’occasione imperdibile per conoscere un artista su cui ancora molto c’è da scrivere e da dire»

Lo diceva lo stesso Ligabue che un giorno i suoi quadri sarebbero diventati famosi. E il numero di padovani e turisti, che dalla apertura hanno visitato la mostra a lui dedicata ai Musei Civici agli Eremitani di Padova, sembra dargli ragione.

Autoritratto con moto, cavalletto e paesaggio s.d. (1953-1954) olio su tavola di faesite 63,8x 104 cm

L’esposizione “Antonio Ligabue. L’uomo, il pittore” ha infatti superato le ventuno mila presenze, con punte di 600 visitatori giornalieri. Un successo che ha convinto gli organizzatori a prorogarla fino al 31 marzo 2019.

«Si tratta di un’occasione imperdibile – afferma l’Assessore alla Cultura del Comune di Padova Andrea Colasioper conoscere un artista su cui ancora molto c’è da scrivere e da dire. La mostra infatti presenta originali documenti d’archivio e un ricco apparato di opere tra cui inedite»

Nelle sale del Museo sono esposti più di settanta dipinti, tre dei quali provenienti da collezioni private padovane e mai presentati al pubblico, che portano il visitatore in un viaggio attraverso la vita e l’arte di Antonio Ligabue, una vicenda esistenziale riscattata solo da uno sconfinato amore per la pittura. Insieme ad essi anche opere su carta e sette sculture, fusioni in bronzo dalle originali che Ligabue realizzò in creta adoperando l’argilla delle sponde del Po, nella Bassa reggiana dove il pittore ha vissuto dopo l’espulsione dalla natia Svizzera, rimanendovi fino alla morte.

Circo s.d. (1941-1942) olio su cartone telato 30×40

Un racconto biografico e artistico che si snoda attraverso i temi principali entro i quali si sviluppa l’universo creativo del pittore: i celebri autoritratti, che testimoniano il forte desiderio di rivelare attraverso l’immagine i tratti essenziali della sua personalità; gli animali selvaggi e domestici, con una simbiosi, quella tra Ligabue e gli animali, che denuncia ancora una volta la sofferenza della sua anima di animale ferito; infine, il paesaggio agreste, un microcosmo privilegiato dove Ligabue si sente a suo agio come in nessun altro luogo, nel ricordo della sua terra natale.

L’esposizione, promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Padova, è curata da Francesca Villanti e Francesco Negri ed è organizzata e prodotta da C.O.R. (Creare Organizzare Realizzare), con la direzione generale di Alessandro Nicosia, in collaborazione con la Fondazione Museo Antonio Ligabue e il Comune di Gualtieri (RE).

Info e prenotazioni
049 2010010
www.padovacultura.it

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