I Solisti Veneti a Rovigo con lo Stabat Mater di Pergolesi e il Gloria di Vivaldi

Solisti Veneti
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I Solisti Veneti a Rovigo con lo Stabat Mater di Pergolesi e il Gloria di Vivaldi

Prende il via la rassegna di concerti di Pasqua promossi dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Primo appuntamento con due soliste d’eccezione e il coro “La Stagione Armonica”

Si inaugura venerdì 11 aprile 2014, ore 21.00, presso la Chiesa di San Francesco a Rovigo, una rassegna di quattro concerti dedicati alla Pasqua, promossi e organizzati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e affidati a due storiche formazioni orchestrali padovane: l’Orchestra di Padova e del Veneto e i Solisti Veneti.

Protagonisti del primo evento saranno I Solisti Veneti. L’orchestra, che festeggia il 55° anno di attività, è una delle più importanti nel panorama musicale internazionale. A dirigerla sarà il suo celebre fondatore, Claudio Scimone. Il concerto vedrà anche la partecipazione di due grandi interpreti, il soprano Roberta Canzian e il mezzosoprano Laura Brioli, e del coro La Stagione Armonica, compagine di prestigio, preparata da Sergio Balestracci.

Alcuni capolavori sacri del Settecento italiano costituiscono il programma della serata. Si inizierà con le note dell’Ouverture dello Stabat Mater di Luigi Boccherini. Composto nel 1781, lo Stabat Mater fu modificato dall’autore nel 1801 e arricchito con l’inserimento dell’Ouverture, partitura che in origine costituiva il primo movimento della Sinfonia in fa maggiore op. 35 n. 4 dello stesso compositore lucchese. Seguirà lo Stabat Mater per soprano, mezzosoprano e archi, che Giovanni Battista Pergolesi portò a termine nel 1736, pochi mesi prima di morire. Commissionata dalla confraternita napoletana dei Cavalieri di San Luigi di Palazzo per sostituire la versione della sequenza composta qualche anno prima da Alessandro Scarlatti, l’opera pergolesiana è tra le pagine sacre più conosciute e apprezzate al mondo. A chiudere l’evento sarà il Gloria in re maggiore RV 589, per due voci femminili, coro e orchestra di Antonio Vivaldi. Probabilmente composto attorno al 1715, il Gloria fu riproposto al pubblico, per la prima volta in tempi moderni, nel settembre 1939, nel corso della storica Settimana vivaldiana organizzata dall’Accademia Chigiana di Siena.

Diretti da Claudio Scimone, I Solisti Veneti sono l’orchestra da camera italiana più nota nel mondo anche per molteplicità e interesse delle iniziative culturali, editoriali e promozionali. Hanno tenuto quasi 6.000 concerti in più di 80 Paesi e partecipano regolarmente ai massimi festival internazionali. Sono stati insigniti dei più importanti riconoscimenti, tra cui il Premio Grammy di Los Angeles e il particolarissimo premio del Festival Bar del 1970 con 350.000 voti di pubblico giovanile; hanno ricevuto dalla Repubblica Italiana la medaglia d’oro dei benemeriti della scuola, dell’arte e della cultura. Hanno registrato oltre 300 DVD, CD, LP per etichette come Erato-WEA, BMG-RCA, Philips, Frequenz. Con i Solisti Veneti collaborano i più grandi interpreti internazionali, da Placido Domingo ad Andrea Bocelli.

Diplomata in canto lirico e in musica vocale da camera, laureata in musicologia a Ca’ Foscari, Roberta Canzian ha vinto il concorso “Adriano Belli” di Spoleto debuttando nel ruolo di Susanna nelle Nozze di Figaro e in quello di Micaela in Carmen. Dopo il debutto in Rigoletto al Teatro di Busseto, è stata Giulietta nei Capuleti e Montecchi al Ravenna Festival con la regia di Cristina Muti. Al Politeama Greco di Lecce ha interpretato Pamina nel Flauto magico, Corinna nel Viaggio a Reims, Leila nei Pescatori di perle. Ha cantato al Teatro La Fenice di Venezia (I Quattro Rusteghi di Wolf-Ferrari), al Teatro Massimo di Palermo (Oscar nel Ballo in maschera di Verdi), al Teatro San Carlo di Napoli (Lauretta nel Gianni Schicchi di Puccini), al Macerata Opera Festival (Biancofiore nella Francesca da Rimini di Zandonai), al Teatro Bellini di Catania (Adina nell’Elisir d’Amore, Norina nel Don Pasquale), al Teatro Donizetti di Bergamo (Despina in Così fan tutte). Dopo il debutto al Teatro alla Scala nel Don Carlo verdiano per l’inaugurazione della stagione 2008-2009 con la direzione di Daniele Gatti, ha debuttato come Liù nella Turandot con la regia di Roberto De Simone e la direzione di Renato Palumbo, per la riapertura ufficiale del Teatro Petruzzelli di Bari (inaugurazione della stagione 2009-2010). Al repertorio operistico ha sempre affiancato il repertorio cameristico e sacro, partecipando al concerto inaugurale del Festival Vivaldiano di Venezia ed eseguendo, tra l’altro, le Bachianas Brasileiras di Villa-Lobos al Teatro Champs-Élysées di Parigi, la Messa dell’Incoronazione di Mozart al Duomo di Busseto e al Duomo di Milano con la direzione di Claudio Scimone. Con i Solisti Veneti ha recentemente eseguito il Magnificat di Vivaldi e lo Stabat Mater di Pergolesi nella Basilica di San Marco a Venezia.

Nata a Rimini, Laura Brioli si è laureata in Lingue all’Università di Urbino e diplomata in canto all’Istituto Superiore di Studi Musicali “Pietro Mascagni” di Livorno sotto la guida di Graziano Polidori. Si è perfezionata con celebri maestri, come Paride Venturi, Elvina Ramella, Alain Billard, Romualdo Savastano, Malcolm King, Bruna Baglioni. Ha partecipato a masterclasses con i più importanti artisti internazionali, come Mirella Freni, Nicolaj Ghiaurov, Raina Kabaivanska, Luciano Pavarotti, Luciana Serra, Lucia Valentini Terrani, Gerald Moore. Nell’agosto 1996 ha frequentato l’Accademia Rossiniana di Pesaro e ha debuttato a Sassari nelle Nozze di Figaro di Mozart. Al debutto sono seguiti i più importanti ruoli delle opere del repertorio belcantistico, tra cui Il barbiere di Siviglia (Rosina), La Cenerentola (Angelina), L’Italiana in Algeri (Isabella), La pietra del paragone (Baronessa Aspasia), Il Turco in Italia (Zaida), Norma (Adalgisa). Nel 2001 ha debuttato nel ruolo di Eboli nel Don Carlo, dedicandosi poi al repertorio ottocentesco cantando Il Trovatore (Azucena), Aida (Amneris), Rigoletto (Maddalena), Luisa Miller (Federica), Nabucco (Fenena), Carmen (Carmen), Werther (Charlotte), La Gioconda (Laura Adorno) e più tardi alcune grandi opere del verismo italiano, come Cavalleria rusticana (Santuzza) e Adriana Lecouvreur (Principessa di Bouillon). Ha cantato nei maggiori teatri e nei più prestigiosi festival italiani e stranieri, tra cui il Regio di Torino, il Regio di Parma, il San Carlo di Napoli, l’Opera di Roma, il Comunale di Bologna, la Fenice di Venezia, il R.O.F. di Pesaro, il Bunka Kaikan di Tokyo, l’Opernhaus di Zurigo, il Festival di Salisburgo, il Palau de la Musica di Valencia, l’Auditorium di Barcellona, il Teatro Real di Madrid, l’Opéra du Rhin di Strasburgo, l’Opéra di Nizza, l’Opéra di Liegi, l’Opéra di Montecarlo, l’Opéra Bastille di Parigi, la Staatsoper di Vienna, il Teatro Municipal di San Paolo del Brasile.

Fondato nel 1991 dai madrigalisti del Centro di Musica Antica di Padova, il coro La Stagione Armonica è specializzato nel repertorio rinascimentale e barocco e ha lavorato con musicisti come Andrea von Ramm, Anthony Rooley, Nigel Rogers, Jordi Savall, Peter Maag, Gianandrea Gavazzeni, Gustav Leonhardt, Andrea Marcon, Ottavio Dantone, Stefano Demicheli, Reinhard Goebel, Howard Shelley, Zsolt Hamar e, dal 2009, con Riccardo Muti. Ha partecipato ai più importanti festival in Italia e all’estero: Ravenna Festival, Musica e Poesia a San Maurizio a Milano, Settembre Musica a Torino (MiTo), Festival Claudio Monteverdi a Cremona, TrentoMusicAntica, Festival Barocco di Viterbo, Serate Musicali di Milano, Festival Abbaye d’Ambronnay, York Early Music Festival, Festival delle Fiandre, Festival di Salisburgo. Ha tenuto concerti in Svizzera, Germania, Francia, Portogallo, Austria, Spagna, Gran Bretagna, Belgio, Olanda e Polonia. Ha registrato per la RAI, per le radio e televisioni tedesca, svizzera, francese, belga e ha inciso per Deutsche Grammophon, Tactus, Denon, Argo-Decca, Rivo Alto, Arabesque, Symphonia, Bongiovanni, CPO, Sony, Brilliant e per la rivista Amadeus. Dal 1996 Sergio Balestracci è il direttore artistico della Stagione Armonica.

Nato a Torino nel 1944, Sergio Balestracci ha studiato flauto diritto con Edgar Hunt diplomandosi successivamente al Trinity College of Music di Londra. Laureatosi in Storia moderna all’Università di Torino, ha iniziato l’attività concertistica nel campo della musica rinascimentale e barocca, sia come strumentista che come vocalista, contribuendo tra i primi in Italia alla riscoperta di quel repertorio. Fondatore dell’Accademia del Flauto dolce e dell’Accademia del Santo Spirito di Torino, ha curato la revisione di composizioni sei-settecentesche in prima esecuzione moderna (David di Scarlatti, San Giovanni Battista di Stradella, Te Deum di Fiorè, Requiem di Bassani). È stato tra i fondatori dell’orchestra barocca Academia Montis Regalis ed è attivo anche come musicologo: è stato docente presso la Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo e presso l’Accademia Filarmonica Trentina; è stato inoltre docente di Storia della prassi esecutiva presso il Conservatorio di Milano. Nel 1992 ha pubblicato la prima traduzione italiana del Trattato sul flauto traverso di Quantz e nel 1997 è uscito un suo saggio sulla Cappella Regia a Torino nel secolo XVIII, per conto dell’Accademia di Santa Cecilia.

I prossimi tre concerti di Pasqua, che avranno come denominatore comune la musica sacra della compositrice russa Sofija Gubajdulina, si terranno: sabato 12 aprile, al Duomo di Montagnana (PD), con i Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone e il fisarmonicista russo Oleg Vereshchagin; martedì 15 e mercoledì 16 aprile, rispettivamente all’Abbazia di Praglia (PD) e al Santuario del Pilastrello a Lendinara (RO), con l’Orchestra di Padova e del Veneto e due solisti internazionali del calibro di Geir Draugsvoll (bayan) e David Geringas (direttore e violoncello solista).

Tutti i concerti sono a ingresso libero e gratuito fino a esaurimento dei posti.

Per informazioni:
Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo
Tel. 345 7154654

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