OPV- Concerto per Gauguin
Il concerto è promosso insieme al Conservatorio “Pollini” e alla Fondazione Bano in occasione della mostra Gauguin e gli Impressionisti. di Palazzo Zabarella e realizzato grazie al sostegno del Lions Club Gattamelata. Gli incassi andranno a sostegno del progetto “SlowDown Santa Sofia” della Fondazione Vite Vere Down D.A.D.I.
Sarà un concerto fuori dal comune quello che si terrà giovedì 10 gennaio alle 20.45 all’Auditorium Pollini, in cui l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius si confronterà con un programma tutto francese in dialogo con la violinista Beatrice Spina.
L’evento, organizzato con il sostegno del Lions Club Gattamelata e la collaborazione del Conservatorio “C. Pollini” e della Fondazione Bano, nasce infatti per celebrare il passaggio a Padova della mostra “Gauguin e gli Impressionisti. Capolavori dalla Collezione Ordrupgaard”, incentrata proprio sulla pittura francese del secondo ‘800. Inoltre, gli incassi della serata andranno a sostegno del progetto “SlowDown Santa Sofia” della Fondazione Vite Vere Down D.A.D.I. per creare una struttura turistica ricettiva gestita da ragazzi con sindrome di Down a Padova.
«Il “concerto per Gauguin” rappresenta un nuovo modello forte di alleanza tra realtà culturali e solidarietà che intendiamo replicare in futuro» – ha dichiarato Paolo Giaretta, vicepresidente dell’Orchestra di Padova e del Veneto – «La novità dell’asse cittadina tra musica e arte risponde infatti ad una visione nella quale l’OPV affiancherà le grandi mostre e i grandi progetti culturali della città e che include anche una stretta collaborazione con le associazioni che si occupano di volontariato, alle quali intendiamo dare la massima visibilità»
È proprio il tema della mostra di Palazzo Zabarella a guidare la scelta del programma, centrato su Ravel e Delius, compositori che – nelle parole del direttore artistico e musicale dell’OPV, Marco Angius – «guardano all’impressionismo ciascuno a modo proprio e in un periodo successivo. Anche se non si può parlare in senso stretto di “musica impressionista”, visto che i suoni producono sempre delle percezioni sensoriali più o meno acute, entrambi i compositori riescono ad esaltare la componente visionaria che è insita nel linguaggio musicale. La scena del ruscello in estate, voci di uccelli e insetti che ronzano, suoni di ingranaggi automatici, infantili e diabolici al tempo stesso, sono aspetti prismatici di un interesse acceso verso l’ingresso del naturalismo “integrale” in musica».
Con il primo brano in programma, Tzigane per violino e orchestra, Maurice Ravel ha reinterpretato gli stilemi della musica zingara piegandone le movenze ipnotiche alla sua personalissima estetica: ne esce un brano che via via assume tutti i colori, da quello scuro e un po’ satanico dell’incipit all’incanto e al mistero che si diffondono all’ingresso dell’orchestra, fino ad isole di caos timbrico organizzato e quasi macchinale (Ravel faceva collezione di giocattoli meccanici). Protagonista di questo brano sarà il violino di Beatrice Spina, giovanissima musicista di Novara, nata nel 2000, che si è già affermata a livello internazionale, ha vinto numerosi concorsi e al momento si sta perfezionando proprio a Padova con Ilya Grubert.
Seguiranno Two pieces for small orchestra di Frederick Delius, compositore di origini inglesi ma vissuto poi in Francia e in particolare a Grez, piccola cittadina sul fiume Loing. È proprio a questo fiume che si ispira il secondo dei due pezzi, Summer night on the river, nel quale l’armonia un po’ ardita e l’orchestrazione cangiante rivelano l’influenza dei contemporanei lavori di Debussy e Ravel. Più convenzionale, ma molto raffinato ed equilibrato, il primo dei due pezzi, On hearing the first cuckoo in spring, potrebbe piuttosto essere accostato allo stile di Grieg. I due brani hanno in comune un certo carattere ondeggiante che si presta a rendere sia lo scorrere dell’acqua sia il verso sommesso del cuculo.
Rispetto a Tzigane, il successivo brano di Ravel in programma, Pavane pour une infante défunte ha carattere opposto: se quello era smagliante questo invece è raccolto ed equilibrato, un esempio di lirismo che non sfoga mai nel patetico ma rimane, per così dire, fra le pareti di casa. Sempre all’atmosfera di un’infanzia innocente ma perturbata da presagi scuri si può associare l’ultima opera in programma, Ma mère l’Oye di Ravel, una sequenza di cinque pezzi infantili ispirati a racconti di Perrault, di Madame d’Aulnoy e Madame Leprince de Beaumont e scritti originariamente per pianoforte a 4 mani. Toni domestici e infantili che si potrebbero accostare a quelli di uno dei quadri più belli di Gauguin in mostra a palazzo Zabarella, Il piccolo dorme, in cui il sonno del bambino è sorvegliato – o forse funestato – dalle sagome di uccelli scuri che spiccano sulla carta da parati e da una sorta di bambolotto vestito da giullare che penzola dalla testiera del letto.
Biglietto unico 20€, acquistabileonline sulla piattaforma WebTIC, presso Gabbia Dischi (via Dante, 8) o la sera del concerto al botteghino dell’Auditorium Pollini a partire dalle ore 20.Gli incassi della serata saranno destinati al progetto “SlowDown Santa Sofia” della Fondazione Vite Vere Down Dadi. Il biglietto per il concerto dà diritto a una riduzione sull’acquisto del biglietto per la mostra di Palazzo Zabarella (fino al 27 gennaio 2019).
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La mission della Fondazione Vite Vere Down Dadi
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